Riassunto del testo che esplora l'arte del condurre un colloquio psicologico "a regola d'arte": un vero e proprio "colloquio magistrale" in cui obiettivi, strumenti, caratteristiche, committente, contesto sono chiari e condivisi. In coda, spazio alla declinazione della consulenza in ambito giuridico.
Colloquio magistrale. La narrazione generativa
di Carla Callioni
Riassunto del testo che esplora l'arte del condurre un colloquio psicologico "a
regola d'arte": un vero e proprio "colloquio magistrale" in cui obiettivi, strumenti,
caratteristiche, committente, contesto sono chiari e condivisi. In coda, spazio
alla declinazione della consulenza in ambito giuridico.
Università: Università degli Studi di Bergamo
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Teoria e tecnica del colloquio e dell'intervista
Titolo del libro: Colloquio magistrale. La narrazione generativa
Autore del libro: Montesarchio G., Venuleo C.
Editore: Franco Angeli
Anno pubblicazione: 20091. Quale psicologia per il colloquio psicologico
Prospettiva individualista: studio e connotazione dei processi psichici che vengono riferiti alla sola
dimensione intraindividuale, quali invarianti cognitive, comportamentali, inconsce o dimensioni
patologiche.
Teoria socio-costruttivista: la realtà va interpretata come il risultato di un processo di costruzione del
significato messo in atto dagli attori sociali. Emerge come il prodotto della costruzione discorsiva dei
significati dati agli eventi dentro un certo contesto.
Costruttivismo: gli eventi vanno legati al modo in cui i soggetti interpretano e usano il proprio sistema di
significati e anche la conoscenza del/sul proprio mondo. Kelly: “L’anticipazione” è il principale generatore
dei processi psicologici: anticipando il corso degli eventi le persone orientano i processi psicologici nella
definizione del contesto con cui si trovano in relazione, quindi ne definiscono il senso”.
Prospettiva culturale: la cultura come cornice di senso che permette di orientare la significazione di certi
eventi.
Carla Callioni Sezione Appunti
Colloquio magistrale. La narrazione generativa 2. Prospettiva discorsiva
PROSPETTIVA DISCORSIVA: in ogni comunicazione è in ragione delle condizioni contestuali che il
senso delle nostre parole comincia ad emergere. I dispositivi discorsivi sono dei costruttori, veicoli del senso
psicologico che le persone danno alle proprie azioni entro specifici contesti. Il senso è il prodotto della
relazione tra il contenuto dei discorsi e il suo contesto.
-L’atto linguistico: gli uomini fanno delle cose con le loro parole e il linguaggio è un’azione che assume
degli scopi in ragione del contesto in cui si colloca, quindi il dire è un’agire sociale. La comunicazione
discorsiva ha valenza performativa e il senso del discorso è dato dal fatto che ciò che viene detto è affermato
in un certo momento, luogo e in ragione di una relazione tra soggetti specifici. Austin: gli atti linguistici
sono: Atti locutori (le azioni vanno in corrispondenza all’emissione di certi suoni); Atti illocutori (atti che si
compiono durante il parlare e corrispondono alle intenzioni comunicative del parlante); Atti perlocutori (dire
qualcosa).
Qualsiasi scambio comunicativo consiste nell’utilizzare enunciati per realizzare un effetto sull’interlocutore
entro un certo spazio relazionale. I parametri che definiscono un discorso sono il perché, il chi/a chi, il cosa
e il come.
-Posizione semiotica, posizione-Io,voce polifonica: posizione semiotica, ovvero come le persone sono e si
sentono posizionate rispetto alle altre in una produzione discorsiva. Cioè come il parlante, attraverso le sue
parole, si sposta e riposiziona socialmente nel discorso che si sta sviluppando. Quindi i partecipanti al
discorso si muovono in esso scambiando e incrociando le proprie posizioni semiotiche. Inoltre ogni parlante
esprime una specifica posizione-Io che è il vertice da cui una persona da voce alla propria prospettiva e la
sua posizione viene anche definita anche come voce. L’incontro fra le voci produce sempre dei segni e
questi assumono senso entro i contesti.
-La “cornice di senso”: la cornice di senso che si definisce in un certo contesto discorsivo assumerà le forme
specifiche del dialogo che si svolge e produrrà un’influenza nel contesto da parte degli attori. Il senso che
emerge nel discorso è la dimensione condivisa che da ai soggetti la sensazione di starsi scambiando aspetti
definiti della propria realtà sociale.
Ciò viene definito come Narrazione Generativa: il prodotto dello scambio/negoziazione tra i soggetti che
appartengono ad uno stesso ambito sociale, che si qualifica come rete di significati orientati in uno specifico
contesto di vita.
Infine, i processi inferenziali attivati in uno scambio negoziale fra gli attori di un certo contesto sono
responsabili dell’organizzazione delle cornici di riferimento entro le quali gli individui possono orientarsi
modo adattivo rispetto all’ambiente.
Carla Callioni Sezione Appunti
Colloquio magistrale. La narrazione generativa 3. La formulazione psicodinamica della mente
La mente è il prodotto di un processo ermeneutico di significazione degli eventi, una significazione narrativa
e dialogica dello spazio condiviso e della soggettività. Secondo l’approccio psicodinamico i processi di
significazione si organizzano in due modalità di funzionamento mentale (differenziate ma concorrenti): il
significato si organizza attraverso l’ausilio dei parametri della razionalità cosciente MENTRE il senso si
costruisce sulla base dei processi inconsci ed emozionali condivisi.
Il concetto di narrazione in una prospettiva socio-costruttivista a matrice psicodinamica è inteso come un
percorso di significazione della realtà i cui esiti non possono essere definiti o prestabiliti da un narratore, ma
vengono a istituirsi come senso del discorso nello scambio dialogico-discorsivo fra gli attori.
Carla Callioni Sezione Appunti
Colloquio magistrale. La narrazione generativa 4. Revisione del concetto di colloquio
Nell’ambito della psicologia clinica dinamica italiana la “domanda” viene vista come l’elemento fondante
l’intervento clinico.
La domanda come elemento generativo del colloquio psicologico, in quanto essa motiva, orienta e organizza
il senso della proposta avanzata da un cliente a un consulente/psicologo e che continuamente ne alimenta e
sostiene il procedere. La domanda non ha solo a che fare con il contenuto di ciò che viene chiesto in uno
spazio clinico del colloquio ma questo può essere riferito a una delle componenti attorno a cui la domanda si
organizza e che è qualificabile come la sua componente semantica. Inoltre, la domanda prefigura una
qualche forma di rapporto con l’interlocutore che è destinatario dell’atto della domanda, ma organizza anche
gli scopi per i quali il consulente viene implicato nella domanda.
Nell’entrare in relazione il cliente metterà in atto delle fantasie che anticipano/simbolizzano il modello di
relazione con lo psicologo e qui ci riferiamo alla componente relazionale della domanda come a quella
dimensione rappresentazionale che esprime e mette in evidenza la prefigurazione del rapporto che il cliente
propone allo psicologo. Componente performativa della domanda, ovvero dimensione che orienta e
organizza gli scopi della domanda.
In una prospettiva della narrazione generativa il colloquio è inteso come scambio clinico, un processo
dinamico. Il processo mentale che viene prodotto nello scambio clinico è suscettibile di essere trasformato in
ragione degli scambi e dei processi psichici che si svolgono all’interno. Quindi il colloquio generativo
permette di accogliere sia significati che di produrre nuovi significati, che a loro volta permettono la
modulazione della cornice simbolico-affettiva in senso trasformativo e riproduttivo.
Carla Callioni Sezione Appunti
Colloquio magistrale. La narrazione generativa